Cresce il benessere ma le relazioni sociali peggiorano

Presentato il rapporto Istat sul Bes, il Benessere equo e sostenibile

 

Salute, istruzione e formazione, sicurezza: sono questi i fattori che gli italiani considerano più rilevanti per il loro benessere. La politica e le istituzioni si collocano in coda alla classifica. È quanto emerge da una rilevazione compiuta tra ottobre e novembre dall’Istat e contenuta nel più ampio Rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) che l’Istituto nazionale di statistica ha presentato a Roma. Ai fini del Bes, il Rapporto considera come sempre 12 indicatori, chiamati “domini”: salute; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; benessere economico; relazioni sociali; politica e istituzioni; sicurezza; benessere soggettivo; paesaggio a patrimonio culturale; ambiente; innovazione, ricerca e creatività; qualità dei servizi. Rispetto alla precedente indagine del 2011, l’importanza della salute è una conferma, mentre risultano in crescita la rilevanza della formazione e quella della sicurezza. Temi come l’ambiente e il patrimonio culturale superano gli aspetti più direttamente economici del benessere, ma l’Istat mette anche in evidenza come le relazioni sociali ricevano un punteggio relativamente modesto, con una ridotta soddisfazione per le relazioni amicali e un basso livello di fiducia negli altri.

La rilevazione presenta risultati sostanzialmente analoghi su tutto il territorio nazionale (con l’eccezione di un minore interesse nel Sud per l’innovazione e la ricerca) e tra uomini e donne. Più significative le differenze relative all’età e al livello d’istruzione. I giovani tra i 18 e i 29 anni danno più rilevanza alle relazioni sociali, all’innovazione, al benessere come “soddisfazione per la propria vita”. Tra gli anziani spicca la maggiore importanza riservata al tema della sicurezza personale, che raccoglie un particolare interesse anche tra le persone con un livello d’istruzione più basso. Viceversa, tra i laureati hanno maggiore apprezzamento gli indicatori relativi all’innovazione, al paesaggio e anche al lavoro e alla politica.

Nel 2017 quasi il 40% degli indicatori di Benessere equo e sostenibile (Bes) ha registrato una variazione positiva rispetto all’anno precedente, il 31,8% di essi ha mostrato un peggioramento e il 29,1% è rimasto stabile. I “domini” che hanno avuto la maggiore diffusione di andamenti positivi sono innovazione, ricerca e creatività (86%), benessere economico (80%) e lavoro e conciliazione dei tempi di vita (67%). Il dominio delle relazioni sociali è quello che ha mostrato l’andamento più problematico.

Rispetto ai tre capisaldi del benessere indicati dalle famiglie, per salute e istruzione si è avuto un peggioramento, per la sicurezza si è avuto invece un miglioramento rispetto all’anno precedente.

Nel confronto con il 2010, l’andamento positivo ha interessato più della metà degli indicatori (53,4%), con una significativa incidenza dei “domini” della salute e dell’ambiente. Ma ben il 36,2% ha subito un peggioramento “a segnalare – sottolinea l’Istat – la difficoltà di un pieno recupero delle condizioni di benessere sperimentate prima della crisi economica”. In particolare, gli indicatori che compongono il “dominio” del benessere economico non hanno ancora recuperato lo scarto con i valori del 2010. Relazioni sociali, paesaggio e patrimonio culturale sono i “domini” caratterizzati da un più deciso peggioramento, con risultati negativi per la maggioranza dei rispettivi indicatori.

A livello territoriale il Mezzogiorno presenta la più alta concentrazione di indicatori nell’area della difficoltà, in particolare in Calabria, Sicilia e Campania, mentre l’Abruzzo e la Sardegna – osserva l’Istat – si distinguono per una situazione del benessere più positiva rispetto alle altre regioni del Sud. A livello nazionale, gli indicatori di Bes esprimono i migliori risultati nelle province autonome di Trento e Bolzano e nelle regioni a statuto speciale della Valle d’Aosta e del Friuli-Venezia Giulia. Un profilo di benessere medio-alto si registra in Lombardia ed Emilia-Romagna.

 

Fonte: Agensir